Il brontosauro è un grande dinosauro quadrupede vissuto nel Giurassico superiore nell’America settentrionale; fa parte di un gruppo di erbivori chiamati sauropodi la cui caratteristica distintiva sono il collo e la coda particolarmente lunghi. Il brontosauro (Brontosaurus excelsus), in realtà, non è mai esistito, in quanto la sua errata ricostruzione si basava su un corpo di Apatosaurus e un cranio di Camarasaurus.
Nonostante ciò questo leggendario animale è entrato nell’immaginario popolare, al punto che compare in francobolli, parchi tematici, famosi cartoni animati (da I Flintstones al sequel della Valle incantata) e numerosi film (nel King Kong del 2005 di Peter Jackson una delle scene più memorabili è proprio quella della mandria di brontosauri in fuga).
Per quello che ne possiamo sapere questo dinosauro (che continueremo a chiamare brontosuaro, per comodità) era una animale mite che inghiottiva senza masticare le foglie tenere delle numerose varietà di felci assieme a pietre ruvide e pigne, inghiottite appositamente per degradare la materia vegetale in un ventriglio muscoloso, forse nello stesso modo degli attuali ruminanti e di alcuni uccelli.
Probabilmente non faceva male a nessuno, bastava stesse attento a muovere la sua massa gigantesca, che recenti studi hanno abbassato da quasi 38 tonnellate ad appena 18. Faceva comunque un bell’effetto a vedersi; non faceva forse nemmeno molto rumore, ma non passava certo inosservato. Soprattutto se è vero che si muoveva in branco. In ogni caso, un brontosauro, era probabilmente una facile preda; se fosse vissuto un po’ più avanti e avesse incontrato sulla sua strada delle tribù di ominidi, avrebbe rappresentato una bel bersaglio per archi e frecce.
Vasco Rossi (la rockstar), tempo fa, ha alzato il collo dalla mangiatoia e si è accorto dell’esistenza di alcuni fatti nuovi che caratterizzano la società che gli ha procurato nella trentennale carriera non poche soddisfazioni, sia a livello economico (il suo reddito si misura in milioni di euro) che artistico (25 album, più di 150 canzoni e più di 30 milioni di copie vendute).
Alzando il collo il suo sguardo ha incontrato le infinite possibilità dei socialnetwork e giusto qualche mese fa eccolo comparire in “faccialibro” pontificando in prima persona su tutto e su tutti. A volte senza peli sulla lingua. In fondo è il “Blasco”; se lo può permettere.
Poi qualcosa cambia (un boccone di traverso, la scarsa abitudine a capire, approfondire, la lontananza dalla realtà, va tu a saperlo) e lui (o forse i suoi avvocati, ma la distinzione non è d’obbligo) parte a querelare i responsabili di Nonciclopedia: un’enciclopedia online in lingua italiana, parodia di Wikipedia, sviluppata in seguito alla nascita della versione inglese Uncyclopedia, sviluppata con software MediaWiki e completamente modificabile da chiunque, ma con lo scopo dichiarato di creare un’enciclopedia dai toni satirici, che contiene perciò voci demenziali, comiche e spesso politicamente scorrette.
Così, non perché obbligati da nessuno, ma disgustati dai fatti, gli amministratori annunciano: “Nonciclopedia chiude a causa di una denuncia che Vasco Rossi ha sporto contro il sito. Vasco Rossi si è sentito diffamato dalla pagina che lo riguardava.”, come recita dal 3 ottobre 2011 l’homepage del sito.
Vasco Rossi non lo sa, ma è un brontosauro. E vale quello che ho detto sopra: probabilmente è innocuo, ma è grande e perciò è una facile preda, ma soprattutto deve stare attento a muoversi.
Facile preda perché – a differenza dei brontosauri – vive in un periodo in cui gli ominidi percorrono i suoi stessi sentieri. Quelli più pericolosi sono vestiti con un vestito buono della festa (quello con la cravatta, per intenderci), portano una valigetta, vanno in giro in gruppo e fiutano la preda da lontano.
Deve stare attento a muoversi (ricordiamo che è un brontosauro, dopotutto) e un suo minimo movimento può avere ripercussioni anche in zone lontane da quella in cui è stanziato, in una sorta di “effetto farfalla” che potrebbe provocare danni alla sua immagine (che sarebbe il meno) oppure dimostrare ai giovani (cospicua parte del suo pubblico, in fondo) che con i soldi e il potere si possono fare azioni che ai più sono precluse. E sarebbe ben misera fine; almeno i brontosauri, quelli veri, sono scomparsi (si dice) a seguito dell’impatto di una meteorite sulla Terra. Fieri e a testa alta.
(Pubblicato sul n.23 di Io Come Autore)
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