Esistono culture, come quella occidentale, che pure ha prodotto Kant e Leonardo, che hanno una palese e manifesta difficoltà a riconoscere ciò che può celarsi dietro a un velo.
Qualche sera fa, Edmondo Berselli in una sua trasmissione sullo stile “come eravamo” (Giù al nord di Romano Frassa) passata in seconda serata su Rai2, parlando delle prime canzoni di Mina citava Tintarella di Luna. Berselli è un noto giornalista, ma che ha però avuto un atteggiamento poco lirico. A lui paiono strane le “canzoni surreali ed al di là della realtà” del primo periodo della cantante. “tin tin tin, raggi di luna, tin tin tin, baciano te…”: chi può credere che i raggi di luna abbiano un suono?
Quanto poco conosce, questo signore! Intendiamoci: di Mina ne sa forse più di chiunque. Quello che gli manca è buona parte del resto.
La tradizione taoista più antica è stata in grado – mediante la sola osservazione – di rappresentare il movimento celeste fondamentale e ha identificato nella stella Polare (Bei Chen in cinese) il fulcro di questo movimento: “Al movimento rotatorio quotidiano della stella Polare corrisponde un movimento di tutto il sistema universale” (Huangdi Neijing, capitolo dei nove palazzi e degli otto venti). Per i cinesi antichi (antichi abbastanza, più o meno mille e rotti anni prima di Cristo) la zona della stella Polare è in movimento spontaneo all’interno del movimento celeste universale. A questo è stato dapprima aggiunto il trigramma bagua per descrivere le mutazioni in naturta dell’energia, per poi meglio definire la mappa dei cinque Movimenti.
Per farla breve, da questa osservazione sono passati a definire un’energia ancestrale fondamentale, chiamata yuanqì, in stretta relazione con tianyuan, ilqì originario del cielo. L’energia di tutti gli esseri si sincronizza con questo movimento, anche se le persone ne sono spesso poco consapevoli. E da qui tutta la medicina cinese: zhenjiu (che meglio conosciamo come agopuntura), tuina, qìcong, shiatsu e, alla fin fine, anche la tradizione olistica occidentale con l’omeopatia in testa.
Mi dispiace proprio che il signor Frassa – ma penso che lui sia solo un esempio casuale – non creda che i raggi di Luna possano tintinnare quando raggiungano la pelle di una bella ragazza. Di sicuro tintinnano diversamente di quando colpiscono la sua.
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